The city in times of plague: preventive and eradication measures against epidemic outbreaks in Évora between 1579 and 1637
Abstract
The city in times of the plague: preventive and eradication measures against epidemic outbreaks in Évora between 1579 and 1637
The political and economic context of Portugal of the beginning of the Early Modern Period and the absence of intermediary powers between the Crown and the municipalities facilitated a direct intervention of the central power on the poor relief, health care and public health mechanisms. Since the end of the 15th century, a set of social policies, with a national scope, came up from the emergent Early Modern State with the objective to uniform charitable practices and to endow the country with the same assistance institutions. The reform of the hospitals and the creation of a net of royal confraternities (the confraternities of Misericórdia – more than 300 spread throughout Portugal and its colonies in 1640), based on the same rules and with the same competences – to care for the poor, the prisoners, the sick, among other mercy works – are the most known actions of these centralized policies. This paper demonstrates that the Portuguese Crown also wanted to control the epidemics policies, making the municipalities totally dependent on the kings’ orientations. The results of such an attitude are quite obvious: when the central political power was strong, it was able to impose its authority over the cities, compelling them to protect the population according to the Lisbon rules. On the contrary, whenever the royal power was weak and more fragile, the plagues spread without any control. The case of Évora presented here is an example that illustrates both situations.
La città e la peste: misure di prevenzione e di eliminazione delle pestilenze in Evora, 1579-1637
Il contesto politico ed economico del Portogallo all’inizio dell’età moderna e l’assenza di poteri d’intermediazione tra la Corona e le singole comunità facilitarono interventi diretti del potere centrale a sollievo della povertà e della sanità pubblica. Già dalla fine del XV secolo, nel quadro dell’emergente modernizzazione dello Stato, prese l’avvio una serie di politiche sociali per diffondere e uniformare a livello dell’intero Paese gli interventi di beneficenza e di assistenza. I più noti risultati di questa nuova politica centralizzata furono quelli concernenti la riforma degli ospedali e la creazione di un sistema di confraternite reali (le confraternite della Misericordia – più di 300 erano attive nel 1640 in Portogallo e nelle colonie), basate sulle stesse regole e con le stesse competenze, per fornire, in particolare, assistenza ai poveri, ai prigionieri, ai malati.
In questo contributo si mette in evidenza come la Corona avesse anche come fine quello del controllo delle epidemie, rendendo le singole comunità totalmente dipendenti dai voleri del sovrano. I risultati sono piuttosto ovvii: quando il potere centrale era forte era anche in grado di imporre la propria autorità su tutte le comunità, costringendole ad attuare le politiche a protezione della popolazione emanate da Lisbona. Quando, invece, il potere reale era debole e più fragile, l’epidemia si diffondeva senza controllo. Il caso di Evora, qui descritto, è un esempio di questa duplice situazione.
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