Mobilità di sostituzione nella Svizzera italiana della prima metà del XX secolo: tra regime migratorio nazionale e prassi cantonale
Abstract
Mobilità di sostituzione nella Svizzera italiana della prima metà del XX secolo: tra regime migratorio nazionale e prassi cantonale
Per secoli, la porosità delle frontiere dei paesi alpini ha assecondato intense mobilità di lavoro, sovente dettate da logiche di sostituzione, in cui i vuoti creati dalle emigrazioni erano colmati da flussi di immigrazione, perlopiù di carattere temporaneo. La Prima guerra mondiale ha ridisegnato in profondità i meccanismi di questo sistema. In Svizzera, la libera circolazione della manodopera fu sostituita da un regime migratorio restrittivo che ha creato uno scarto tra gli interessi politici nazionali e quelli dello spazio di confine della Svizzera italiana, la cui economia rimaneva soggetta ai differenziali delle rendite del lavoro tra le due versanti del confine e alle scarse possibilità di meccanizzazione dei settori di attività a basso valore aggiunto. L’articolo mostra in che modo le pratiche amministrative riguardanti l’immigrazione temporanea hanno cercato di coniugare la persistente domanda di manodopera di sostituzione nella Svizzera italiana con le rigide direttive federali che attribuivano alla politica migratoria un ruolo regolatore del mercato del lavoro interno.
Replacement Migration in Italian-speaking Switzerland in the First Half of the 20th Century: Between National Migration Policies and Cantonal Practice
For centuries, the porosity of the borders of the Alpine countries has supported intense labour mobility, often dictated by the logic of replacement, whereby the voids created by emigration were filled by immigration flows, mostly of a temporary nature. The First World War profoundly changed the mechanisms of this system. In Switzerland, the free movement of labour was superseded by a restrictive migration regime which created a gap between national political interests and those of the border area of Italian-speaking Switzerland, whose economy remained subject to the differentials of labour income between the two sides of the border and the scarce possibilities of mechanization of the sectors of activity with low added value. This article shows how the administrative procedures concerning temporary immigration tried to combine the persistent demand for replacement manpower in Italian-speaking Switzerland with the strict federal directives which attributed to migration policy a regulatory role in the internal labour market.
DOI: 10.4424/ps2023-7
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