La comunicazione scientifica ad un pubblico di non esperti/e: un’esperienza di ricerca sulla demografia nella stampa italiana
Abstract
La comunicazione scientifica ad un pubblico di non esperti/e: un’esperienza di ricerca sulla demografia nella stampa italiana
L’epoca in cui i luoghi della ricerca scientifica erano lontani dai clamori della società è tramontata. Si è aperta una nuova era, chiamata appunto post-accademica (Ziman, 2002), dove la legittimazione dell’attività di scienziato nasce da processi comunicativi che coinvolgono un numero crescente di soggetti: politici e istituzioni, grande pubblico, mondo delle imprese e del mercato, ecc. In particolare, la demografia ha confermato negli ultimi decenni un suo specifico habitus disciplinare, che prevede l’apertura al pubblico di non esperti, la collaborazione con le istituzioni pubbliche dedite alle politiche sociali. Questi presupposti rendono particolarmente interessante un’indagine sui linguaggi della comunicazione pubblica della demografia.
Il nostro studio è diviso in due parti: una prima fase di analisi qualitativa degli articoli dedicati alla demografia su due quotidiani nazionali nel periodo 1992-2002 («La Repubblica», «Il Corriere della Sera»); una seconda fase d’inchiesta all’interno della comunità dei demografi per comprendere quali siano le valutazioni sulla comunicazione ai non-esperti. Entrambe le fasi di ricerca sono centrate sulle argomentazioni e sui linguaggi che comunicatori e demografi rivolgono al grande pubblico come case study sull’interazione tra scienza e società. La continuità tra la prima e la seconda fase della ricerca testimonia che non si tratta di una riflessione esterna ed ipercritica sulla divulgazione scientifica quanto piuttosto di una proposta di (auto)riflessività sul mestiere di scienziato (Bourdieu, 2003) e sulla sua evoluzione nella società contemporanea.
The Communication of Science to the Public. A case-study about demographic issues in Italian newspapers
The time when centres of scientific experimentation and elaboration were not immediately accessible to society is now a thing of the past. Now a new era has begun, called the Post-Academic Era (Ziman, 2002), where the scientist’s work is acknowledged by communicative processes involving an increasing number of people: politicians and public institutions, the world of entrepreneurs and finance, the public at large, the educational sphere, etc. In the last decades demography has confirmed a particular disciplinary habitus, which entails collaboration with public bodies concerned with social policies and a broad opening towards a non-specialist public.
Our qualitative analysis on demographic communication in the Italian national press and the survey conducted within the community of Italian demographists are both geared towards shedding light on demographic divulgation, on the arguments and linguistic codes that communicators and demographists address to the public in general, as a case study of interaction between science and society. Rather than a ‘hypercritical’ consideration, we are dealing with a hypothesis of ‘reflection’ on our own profession as scientists (Bourdieu, 2003).
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