Nota del Direttore
Abstract
In questo fascicolo di Popolazione e Storia la sezione Archivi ha un contenuto un po’ diverso da quello dei fascicoli precedenti. Tempo fa il professor Bernardo Colombo scrisse alla redazione della nostra rivista facendo alcune osservazioni in merito ai recenti lavori sulla Demografia nel periodo fascista: sui suoi contenuti e le sue finalità, sul problema della Demografia come scienza e delle ricerche scientifiche in relazione ai problemi nazionali, colti nell’ottica (meglio: nell’approccio) della politica; e quindi sui suoi attori – i demografi. Chi fa, oggi, demografia non può non risentire delle attuali forti polemiche sul passato della disciplina. D’altra parte, questo vale anche per qualunque altra disciplina che porta con sé, nella sua storia passata, i retaggi del percorso politico dei suoi attori, o dell’ingerenza della politica nell’accademia: nella matematica come nella filosofia, nella genetica come nella fisica, nella letteratura come nella medicina. Non aver tenute ben separate le ragioni della ricerca scientifica da quelle contingenti della politica, tanto più in un periodo così drammatico com’è stato il Ventennio, non è rimprovero (o accusa) che si possa fare in tutta coscienza e con leggerezza. E non crediamo che si possa disconoscere che un certo senso di assuefazione alla politica possa aver pervaso gli studiosi dell’epoca (non solo italiani) impegnati comunque in un intenso lavoro di studio e di organizzazione della ricerca per lo sviluppo della disciplina; e ciascuno per la sua propria disciplina.
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