500 anni di demografia brasiliana: una rassegna
Abstract
500 anni di demografia brasiliana: una rassegna
Il Brasile è oggi il quinto paese del mondo per estensione e per abitanti, ma al momento del primo contatto con i Portoghesi aveva un popolazione assai esigua e di gran lunga inferiore a quelle del mesoamerica o dell’area andina. Come altrove nel Continente, il contatto con gli Europei determinò un arretramento della popolazione autoctona ma con tempi assai differenziati in ragione anche della limitata area di insediamento portoghese, prevalentemente costiera. La popolazione Europea fu numericamente esigua fino alla fine del Seicento – forse 100.000 persone a quell’epoca – ma l’immigrazione accelerò nel Settecento con la scoperta dell’oro. Alla fine del secolo la popolazione bianca era di circa un milione, un terzo della popolazione totale e un multiplo della popolazione indigena. Il Portogallo aveva compiuto uno sforzo migratorio e di colonizzazione assai più intenso di quanto avessero fatto, in America, Spagna e isole Britanniche, demograficamente molto più forti. Al popolamento del Brasile ha contribuito notevolmente la componente Africana. Si calcola che 3,6 milioni di schiavi – pari a circa il 40% dell’intero traffico transatlantico – fossero trasportati in Brasile fino al 1850, data della definita abolizione della tratta. Nonostante il massiccio afflusso, il sistema demografico della schiavitù era in perenne deficit ‘naturale’ per una mortalità più alta e una fecondità più bassa di quelle delle altre componenti della popolazione. Lo stock degli schiavi si sarebbe rapidamente contratto senza l’apporto di nuovi arrivi. Le ragioni della insufficiente riproduttività dei neri Africani in schiavitù e delle particolarità del loro sistema familiare è un nodo centrale della storiografia brasiliana, ed è strettamente legato al sistema produttivo delle piantagioni, alle convenienze dei padroni, al prezzo degli schiavi, alla congiuntura economica. Certo la nuzialità degli schiavi era molto bassa e matrimoni e unioni consensuali erano spesso contrastate dai padroni; uomini e donne erano tenuti separati nei loro acquartieramenti; le intrusioni dei bianchi nella vita sessuale delle schiave le sottraeva al pool matrimoniale e riproduttivo Africano. Per converso, una immigrazione portoghese prevalentemente maschile, la mancanza di sanzioni per le unioni libere e per le nascite fuori del matrimonio o di un’unione stabile, i rapporti di potere squilibrati, portarono alla rapida crescita delle mescolanze. Nel 1872, data del primo Censimento moderno, la popolazione sfiorava i 10 milioni, con 5,8 milioni di Africani (inclusi i mulatti), 3,8 milioni di Europei e appena 0,4 milioni di indigeni — ma questa ripartizione è più sociale che etnica, perché le mescolanze riguardavano, oltre gli Africani, anche gli Europei.
500 years of brazilian demography: a survey
Brazil is the fifth country in the world for extension and number of inhabitants, but at the time of the first contact with the Portuguese its population was small and only a fraction of the populations of Mesoamerica and of the Andean area. As elsewhere in the continent, contact with the Europeans caused a decline of the native population but with different regional patterns as a consequence of the limited extension of Portuguese settlements thinly spread along the coast. The population of European origin was relatively small until the end of the 17th century – perhaps 100,000 at that time – but immigration accelerated in the 18th century following the discovery of gold. At the end of the century there were about one million inhabitants of European origin, about one third of the total population and several times the number of the indigenous population. Portugal’s contribution to migration and settlement in America has been much stronger than that deployed by Spain or the British Isles who had much larger populations. Africa has also greatly contributed to the peopling of Brazil. It has been calculated that 3.6 million of slaves – about 40% of the total transatlantic trade – were brought to Brazil before 1850, year of the abolition of the slave trade. Notwithstanding this massive inflow, the slave’s demographic system was in perennial deficit, owing to a mortality that was higher than that of the other ethnic components of the population and to a fertility that was much lower. The slave population would have rapidly declined without a continuous stream of new arrivals. The reasons of the very low fertility of the African slave population – as well as of the peculiarities of its family system – are a central issue of Brazilian historiography, and closely tied to the plantation’s productive system, the interest of the ma- sters, the price of slaves, the fluctuations of the economy. Nuptiality was very low and even consensual unions were often discouraged by masters; men and women were kept living in separate quarters; the intrusion of white men in the sexual life of slaves subtracted women from the African reproductive pool. On the other hand Portuguese immigration was mainly a man’s affair, and the lack of sanctions for non marital unions and for births born outside a marriage (or outside a consensual union) in a system of power heavily unbalanced between ethnic groups, determined a rapid increase of the population of mixed blood. In 1872, the date of the first modern Census, the population of Brazil was close to 10 million, made up of 5.8 million people of African descent (including mulattos), 3.8 of European origin and only 0.4 indigenous. This distribution, however, was more social than ethnic, since mixtures extended across the ethnic spectrum.
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